SUICIDIO ASSISTITO: DI LEO (STEADFAST), “LA PROCURA DI BOLOGNA SOSTITUENDOSI AL LEGISLATORE, FORZA LA MANO IN FAVORE DELLA CULTURA DELLO SCARTO”


“Nuovamente il potere giudiziario si impone in materia di fine vita. È avvilente prendere atto della richiesta fatta dalla procura di Bologna per l’archiviazione dell’autodenuncia degli attivisti dell’associazione Luca Coscioni dopo aver condotto Paola – donna affetta da Parkinson – in Svizzera per ottenere il suicidio assistito. Nuovamente la sentenza della Consulta 242/2019, viene storpiata e ampliata per avallare un volere ideologico che esalta la cultura dello scarto.”


Con queste parole Emmanuele Di Leo, Presidente di Steadfast, organizzazione già protagonista in passato per la difesa della vita dei bambini inglesi Alfie Evans e Charlie Gard, commenta la pronuncia della Procura bolognese.


“Sembra che il futuro prossimo sia già impostato per lasciare alla magistratura il ruolo decisionale che spetta invece al legislatore. Modus operandi che si manifesta per l’ennesima volta con l’intento malcelato di diventare prassi. In merito a questioni così importanti per l’intera società, è inammissibile che sia un togato a imporre mutamenti legislativi rispetto al Parlamento. E poi, nel caso specifico, dove è finito quel diritto alla cura del dolore che la Corte Costituzionale ha definito come essenziale?

Sul tema fine vita, sembra che la strada sia tutta in discesa per chi promuove la morte a tutti i costi. Spaventa l’idea di svegliarsi in un Paese che, poco tempo fa, ha fatto tutto il possibile per difendere la vita di due bambini inglesi destinati alla morte per sentenza e che invece, oggi, surrettiziamente si incammina verso la strada che imporrà lo stesso modello inglese del ‘best interest’.”

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